Ieri, come tanti italiani, ho avuto modo
di vedere le fasi più salienti della visita di Obama alla nostra nazione. Più mi accingevo a seguire l’avvenimento in TV
e più si insinuavano in me sentimenti di
mortificazione e di recondita rabbia di chi
si sente costretto a subire, senza poter reclamare.
Pertanto,
avevo deciso di cambiare argomento, sintonizzandomi su trasmissioni di altro
genere, giusto per smaltire le impressioni eccessive, contrastanti, fuorvianti ed avere tempo di una valutazione più ragionata e libera da emozioni.
Stamattina seguendo il telegiornale e qualche
commento in merito all’avvenimento, si ripresentava, più che mai nella mente, quel
sentimento di una certa mortificazione,
riflettendoci mi vergognavo un po’ di essere cittadina italiana.
Tralasciando l’esaltazione dell’incontro col
Papa, la visita di Obama all’Italia vera e propria, mi è parsa una furbata finalizzata ad “un’imposizione” mascherata dalla condivisione dei nostri massimi
rappresentanti.
Napolitano
ha ricevuto il Presidente americano, lasciando
intendere, come suo solito, di essere quello
che decide, che può assumere gli impegni sostanziali, in nome e per conto del
popolo italiano ricevendo, così,
l’ammirazione dell’illustre ospite.
Poi
l’incontro con Renzi .
Obama
tra un elogio e l’altro circa il programma di Renzi, giusto percorso, per lui, per il superamento della crisi, ha
manifestato dissenso per il taglio
dei fondi destinati alla Difesa.
Renzi si
è dimostrato uno scolaretto che recita la poesia che piace all'ospite, che è pronto
a ricevere il bravo dovuto a chi tanto si applica, che si compiace di piacere e che è rispettoso di quanto già
deciso dai Grandi.
I giornali di regime titolano positivamente i contenuti della visita. Io, invece mi sento preoccupata, confusa, mortificata......
I giornali di regime titolano positivamente i contenuti della visita. Io, invece mi sento preoccupata, confusa, mortificata......
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