mercoledì 1 gennaio 2014

PER LA DIFESA DELL'AMBIENTE :Progetto pilota "Fai il pieno d'olio: nuova vita per l'olio di frittura.".

   
 
Non in tutte le città è possibile recuperare l’olio vegetale. Buttarlo negli scarichi è dannoso per l’ambiente
Non in tutte le città c’è la possibilità di recuperare l’olio vegetaleL’olio vegetale che non utilizziamo più e facciamo colare nello scarico del lavandino - quello di frittura così come quello che conserva il cibo in scatola- è deleterio per l'ambiente. I depuratori faticano a filtrarlo e nonostante l’aggiunta di enzimi agiscono solo parzialmente. Anche se classificato come rifiuto non pericoloso, tuttavia,  è dannoso per l’ambiente: soprattutto per l’acqua, perché forma un velo sulla superficie che non permette lo scambio dell’ossigeno fra l’acqua e l’aria. Questo provoca danni all’ecosistema, con moria dei pesci e della flora acquatica. Inoltre se penetra nelle falde acquifere profonde può rendere l’acqua non potabile.

 - Per questo motivo  l’olio in questione  può diventare risorsa.   Se raccolto, viene rigenerato e trasformato in biodiesel, lubrificante vegetale per macchine agricole,  glicerina per saponificazione,  e molti altri prodotti industriali.
 Il Conoe (Consorzio obbligatorio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti), assicura la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e il riutilizzo degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti.

 E' importante  la raccolta, al momento organizzata a scacchiera e poco divulgata.

Attualmente il recupero o non viene fatto o è estremamente complicato. In molte città del Sud Italia, in Campania e in Sicilia, hanno installato comode campane per raccogliere l’olio, simili a quelle per la raccolta del vetro. Considerata la forma, le chiamano Olivia».
 Roma ha avviato il progetto Dall’olio fritto al biodiesel, installando fusti per la raccolta in alcune scuole e mercati capitolini: l’Ama, la municipalizzata che occupa anche dei rifiuti, ha calcolato che dall’olio vegetale esausto prodotto dalle famiglie romane si potrebbero ricavare 7 milioni di litri di biodiesel ogni anno (che potrebbero alimentare 7 mila auto).
 A Milano, pochi lo sanno, qualche isola ecologica Amsa raccoglie l’olio di cucina.

PROGETTO PILOTA - Proprio al confine con il capoluogo lombardo è appena stato lanciato il progetto pilota Fai il pieno d’olio: nuova vita per l’olio di frittura. L’iniziativa coinvolge cinque Comuni (Cambiago, Cavenago Brianza, Pozzuolo Martesana, Gessate e Bellinzago Lombardo) per un totale di 34 mila abitanti e prevede la raccolta dell’olio (in una tanichetta distribuita alle singole famiglie) e consegna presso l’isola ecologica appositamente predisposta o con cadenza quindicinale attraverso il passaggio di un automezzo autorizzato o con raccolta porta a porta. «Alcuni Comuni per organizzare la raccolta si appoggiano alle aziende consortili che installano i fusti presso i supermercati»,concludono dal Conoe. «L’hanno fatto ad Ancona, a Rovigo, in Comuni medio grandi e funziona molto bene. Il cittadino è facilitato se trova il fusto in un negozio: mai chiamerà la municipalizzata per consegnare a pagamento il suo olio fritto, e difficilmente andrà sino all’isola ecologica. Come si fa la raccolta delle pile, così si dovrebbe organizzare anche quella dell’olio».

Per approfondimento , link  http://www.corriere.it/ambiente/13_dicembre_18/dall-olio-cucina-usato-biodiesel-si-puo-fare-piu-8931fd7a-67c6-11e3-963a-2749949921b5.shtml

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