Il famoso giornale Washington Post, che con una sua
inchiesta aveva costretto il Presidente americano Richard Nixon alle dimissioni,
per la vicenda passata alla storia con il nome Watergate, il 28 settembre
1980 pubblicò in prima pagina un
reportage, intitolato “Il mondo di Jimmy”.
L’autrice era
la giornalista di colore Janet Clooke e
l’articolo dai contenuti
raccapriccianti iniziava così: “ Jimmy ha otto anni ed è un eiromane di terza generazione… neri
occhi vellutati ….dai capelli color
sabbia e i segni degli aghi ipodermici
sparsi come lentiggini sulla tenera pelle delle sue piccole braccia abbronzate ……eccc….”.
La
pubblicazione ebbe un’eco immensa e suscitò grandissima commozione su tutti i
lettori.
Anzi molti di essi, si
sentirono coinvolti emotivamente dalla struggente storia, a tal punto da
movimentarsi dichiarando di conoscere
e/o di aver individuato Jimmy, allo scopo di sottrarlo a una madre che
permetteva al convivente di iniettare droga al proprio figlio piccolo.
Lo scalpore di questa notizia procurò alla
Cooke il premio Pulitzer (una specie di Nobel per il giornalismo).
Ma, c’era un punto
nero che disturbava, Janet Cooke aveva inventato tutto, la storia era
totalmente falsa.
Scalpore e
incredulità si levò a tale notizia. Come poteva essere accaduto un disguido
informativo così importante? Purtroppo, era successo grazie ad alcune lacune
nei controlli editoriali e ad una grande bugiarda, quale la Jianet Cooke!
Si dovette fare
chiarezza e riportare ordine
sull’accaduto.
Innanzitutto il
premio fu restituito mentre il Responsabile del controllo editoriale della testata,
Bill Green, pubblicò sul giornale un lungo articolo chiarificatore, composto da
circa 15.000 parole.
L’ambizione aveva
spinto la Janet ad inventarsi una storia non vera pur di catalizzare la massima attenzione sul suo lavoro, svolto peraltro con bravura e
capacità a tal punto da accreditarsi la fiducia e l’appoggio del capo cronista editoriale.
Bill Green nel suo
articolo di spiegazione disse che il punto debole del giornalismo era da
ricercare nella fiducia che il direttore
doveva porre nei suoi giornalisti. Quindi, prima della pubblicazione de “il
mondo di Jimmy anche per altri articoli importanti (pezzo sul “Watergate”) non
si erano accorti di nulla e nessuno aveva dubitato.
La grande avventuriera del giornale dovette confessare, ma
tuttavia, i danni per la credibilità del
giornale furono enormi.
Più tardi si scoprì che la Janet aveva fornito anche informazioni false nel suo curriculum, presentato
insieme alla domanda di assunzione del 1979.
Fonte:
http://www2.uncp.edu/home/canada/work/markport/lit/litjour/spg2002/cooke.htm
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